L’intervento di ristrutturazione ha per oggetto un appartamento collocato all’interno di un palazzo di pregio degli inizi del ‘900, situato nel centro di Milano.
L’appartamento in esame si sviluppa infatti su due piani, dei quali il secondo ricavato nel sottotetto.
Il principio compositivo che ha guidato la progettazione è stato quello della massima esaltazione della continuità degli spazi e delle funzioni, assimilando la distribuzione interna dell’appartamento alla ariosità, luminosità e spaziosità di un loft.
Le diverse zone funzionali sono state quindi messe in comunicazione tra loro, sia orizzontalmente sia verticalmente, riducendo al minimo la presenza di ripartizioni interne.
La continuità spaziale tra interno ed esterno è stata ricercata e sviluppata soprattutto nel piano mansardato dove sono state create una cappuccina, un terrazzo con accesso da una grande porta finestra e una finestra fissa, di particolare effetto scenografico, sul muro laterale del terrazzo che inonda di luce la zona studio del piano inferiore
Scelta determinante nel raggiungimento dell’obiettivo progettuale , è stata, attraverso la demolizione di una consistente porzione della soletta,la creazione di un volume “a doppia altezza “, che porta alla fusione del piano inferiore con il piano mansardato.
Questo ha contribuito ad amplificare percettivamente lo spazio e a valorizzare ulteriormente il piano inferiore con la suggestiva visione della copertura in legno di larice.
Ruolo di fulcro, nella distribuzione spaziale, è stato affidato alla scala elicoidale – in ferro, legno e acciaio – attorno alla quale si snodano le diverse aree funzionali della casa, sia orizzontalmente – cucina, pranzo, studio, soggiorno – sia verticalmente – soggiorno/zona relax-palestra. Allo sbarco del piano sottotetto la scala, di grande impatto estetico e visibile da ogni punto della casa, sembra “svolgersi/srotolarsi” morbidamente come un nastro nella formazione di un ballatoio a sbalzo, leggero e sinuoso trait d’union tra i due volumi.
L’ importanza della scala, come elemento architettonico centrale da un punto di vista sia funzionale sia estetico, ha implicato particolare cura e attenzione nella progettazione.
Ogni singolo elemento è stato studiato approfonditamente e disegnato in dettaglio: dal corrimano che trapassa il muro, ai terminali della ringhiera, alla forma dei gradini, ai montanti della ringhiera.
Di grande qualità anche l’accostamento dei diversi materiali: la struttura in ferro verniciata con smalto ferro-micaceo è stata abbinata all’acciaio spazzolato della struttura dei gradini e del corrimano e al legno delle pedate.
A livello cromatico, la prevalenza del bianco delle pareti e della maggior parte degli arredi, esalta la sensazione di avvolgente luminosità degli ambienti e la naturalezza dei materiali come il legno del pavimento, della scala e della copertura.
Unica nota garbata di colore è affidata alla tonalità dell’azzurro carta da zucchero, per la scala e per la cucina, in armonia con il colore del cielo che pervade l’ambiente attraverso le numerose aperture.
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La scelta del mosaico verde e dei mobili in teak, nel bagno principale, è frutto della ricerca di colori e materiali che si ispirano alla natura.
La lampada a sospensione, realizzata dell’artista milanese Jacopo Foggini, posizionata sopra il tavolo da pranzo, è un altro elemento scelto per esaltare ed enfatizzare l’altezza del “doppio volume”.
Foto: Adriano Pecchio
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